sabato 10 gennaio 2015

Big Eyes ovvero Burton si è accecato

Bon soir à tout le monde! Qualche giorno fa ho visto un film sul quale avevo posto molte aspettative, non alte, ma pur sempre delle aspettative. Mi dispiace dirlo ma non sono state soddisfatte e la cosa mi rattrista (passatemi il termine) perché l'opera in questione è l'ultima realizzata da uno dei miei registi preferiti... vi dò un aiutino: è un outsider che ha iniziato la sua carriera presso la Disney. Indovinato? Esatto è proprio lui, Tim Burton e il film che mi ha perplesso è Big Eyes.
La pellicola è un biopic basato sulla storia dei coniugi Keane e del loro improvviso successo artistico. Margaret, donna divorziata e con una figlia a carico, dipinge per passione e necessità un'infinita serie di bambini dagli occhi sproporzionatamente grandi che vende, quando ci riesce, a prezzi ridicoli. Questo finché non incontra Walter che sposa poco dopo affidandosi completamente a lui e al suo mondo fittizio basato sulla menzogna. E' lui infatti che vende, grazie alla sua verve dinamica e accattivante, i quadri dei "piccoli orfanelli", come gli definisce, modificando un piccolo quanto importante dettaglio: si appropria del merito... Con gli anni riesce persino a convincere la moglie a credere a ciò, relegandola in soffitta allo scopo di farle dipingere giorno e notte dipinti su dipinti e quando quest'ultimi raggiungono prezzi non più accessibili a tutti si mette a commercializzarne riproduzioni, poster, cartoline e quant'altro. Tutto questo dura per una decina d'anni finché un giorno Margaret, aiutata dalla figlia, non apre davvero gli occhi, quegli stessi occhi che dipinge grandi perché sono lo specchio dell'anima, e se ne va di casa. Non solo! Fa causa a Walter rivelando al mondo intero che la vera artefice delle opere è lei; l'unico modo per dimostrarlo è provarlo pubblicamente...
La storia della vicenda dei Keane è interessante e di sicuro ebbe un effetto mediatico di notevole importanza; la domanda però che io mi pongo è: dov'è finito in tutto questo Tim Burton? Dov'è finito il regista di capolavori come Big Fish, Edward mani di forbice o La sposa cadavere? Sembra, non solo in questo film ma anche in quelli più recenti, che abbia perso la sua bussola interiore, quello strumento che dagli esordi della sua carriera lo ha guidato verso una carriera sfolgorante; non è più (purtroppo) quel bambino che guardando film horror in tv rideva e si divertiva... La vena gotica che ha sempre in qualche modo caratterizzato il suo stile si è affievolita, dove non è del tutto scomparsa, lasciando il posto al grottesco e al banale. L'outsider, suo alter ego sullo schermo, si è integrato nella società che lo rinnegava.
Nello specifico analizzando questa pellicola dal punto di vista stilistico (contenutisticamente invece essendo un'opera biografica si presume che segua fedelmente, almeno al 90%, la vera vicenda) si ha la sensazione che essa sia "piatta", priva di spessore, che manchi di quel qualcosa imprescindibile per attirare l'attenzione - almeno la mia - dello spettatore. Sì, certo i due protagonisti sono grandi attori (per fortuna!), ma vengono ugualmente sviliti nei loro ruoli, ridicolizzati perché portati all'eccesso nei tratti che li contraddistinguono. L'anima di cui parla Margaret quando spiega il perché dipinga solo bimbi con grandi occhi qui non è presente, rimane intrappolata nella tela della pellicola. 
Non so cosa sia successo a quel ragazzino che a 12 anni scelse di andare a vivere con la nonna perché si sentiva ormai incompatibile coi genitori e che adorava terrorizzare i suoi coetanei raccontandogli l'arrivo imminente degli alieni... forse si sarà stufato della settima arte? Non penso, lo spero perché c'è bisogno di figure come lui, il "vecchio" lui, per mantenere attivo il cinema. Io almeno continuo a confidare nelle sue potenzialità..
                                                                                                                                       2 e mezzo