mercoledì 1 ottobre 2014

In the mood for love: l'amore impossibile

Bon jour à tout le monde! Dopo una serie di film a tema musicale oggi vi vorrei parlare di qualcosa di più romantico, anche se triste... Tuttavia il film merita davvero di essere visto perciò ve lo propongo nella speranza che vi possa piacere. Si tratta di In the mood for love di Wong Kar-Wai.
Nella Hong Kong degli anni '60 si intrecciano le vite di un uomo e una donna; Chow Mowan e Su Lizhen si ritrovano ad essere vicini di casa per puro caso, sono entrambi sposati ma i rispettivi coniugi sono spesso assenti sia per lavoro sia sentimentalmente. Ben presto si scopre però che questi ultimi sono in realtà amanti da molto tempo. Pur ammettendo questo stato delle cose tra di loro i due protagonisti continuano a mantenere un rapporto di cordiale vicinanza, ma i frequenti incontri sotto casa, gli attimi rubati tra un saluto e l'altro e i lunghi periodi di solitudine fanno sì che alla fine si innamorino. Iniziano così a vedersi promettendosi che non faranno come i loro consorti... però non ce la fanno e si vedono di nascosto dagli altri, in locali isolati dove nessuno li conosce e qui parlano per ore arrivando addirittura a inscenare possibili discorsi con il rispettivo marito/moglie. 
Tutto questo però non fa altro che allontanarli sempre di più, creando vuoti che di incontro in incontro si fanno sempre più grandi; entrambi infatti sanno che il loro amore non potrà mai avere un esito positivo, non potrà mai rivelarsi apertamente al mondo intero.
L'opera di Kar-Wai, pur nell'estrema linearità della trama, mostra un crescendo per quando riguarda i sentimenti provati dai due protagonisti; essi aumentano piano piano, con delicatezza come a non voler turbare l'armonia della casa; la loro intensità si manifesta soprattutto interiormente creando un vero e proprio sconvolgimento emotivo che lascia entrambi i personaggi "spaesati". Non sanno come comportarsi, non vogliono ripercorrere la stessa strada dei loro compagni, soprattutto non vogliono essere giudicati dalla gente. Sono contornati da persone ancora ancorati ad una mentalità arcaica che si trova in contrapposizione con il clima che sta nascendo ad Hong Kong. Si sentono catturati in un vortice che non possono fermare e da cui non possono uscire, ma che tuttavia non porta a qualcosa di positivo. 
Non a caso il regista sceglie come sottofondo alla storia musiche (di Michael Galasso) malinconiche, tristi che si ripetono frequentemente nel corso della narrazione e che spesso prendono il sopravvento sulla parola; quest'ultima non è necessaria, non serve parlare per forza, i silenzi dicono molto di più. Anche la scelta della location è ponderata accuratamente; negli anni '60 infatti Hong Kong funge da rifugio/crocevia per tutti coloro che vogliono allontanarsi dal comunismo di Mao, evadere da una società conservativa (Shanghai) e guardare al futuro. Questo essere luogo di passaggio si riflette negli stessi protagonisti che non si sentono a proprio agio nella situazione in cui, loro malgrado, sono e lo si nota man mano che la storia va avanti; nel finale, a distanza di anni quando entrambi si sono allontanati dalla città e hanno fatto esperienze diverse, ritornano in quello che è stato il luogo del loro incontro e ripercorrono con gli occhi della memoria gli attimi passati. Hong Kong rimarrà sempre per loro il luogo di un amore malinconico.
Wong Kar-Wai racconta una storia d'amore malinconica, triste in cui però tanti si possono rispecchiare; chi non ha mai provato sentimenti che, per un motivo o per l'altro, erano destinati a non avere un lieto fine? 
                                                                                                                                     4 

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