lunedì 15 dicembre 2014

François Truffaut: la retrospettiva alla Cinémathèque Française

Bon jour à tout le monde! Circa un mese fa sono andata a Paris espressamente per vedere la retrospettiva che la Cinémathèque ha dedicato a François Truffaut... perciò oggi ho deciso, invece di proporvi un film, di parlarvi della mostra.
La mostra, per tutti quelli che fossero interessati, rimane aperta fino al 1 febbraio 2015; fatta in occasione del 30 anniversario dalla morte del grande cineasta francese ripercorre le tappe salienti della sua carriera attraverso una serie di immagini di repertorio, documenti, tra cui svariate lettere ad amici e colleghi, articoli ecc.. e spezzoni di suoi film.
In sé l'esposizione non è particolarmente grande, ma ben strutturata e divisa in sezioni tematiche..
Si inizia dagli esordi e dagli spunti a cui Truffaut fa riferimento per dare vita alle prime opere; l'infanzia, ciò che lo circonda, i quartieri parigini e le prime apparizioni nei cineclub sono fondamentali per formare il giovane cineasta. Qui divora film su film e, da autodidatta, inizia a scrivere lunghe e dettagliate recensioni che lo portano a diventare parte attiva dei Cahiers du cinéma (la più importante rivista cinematografica francese e simbolo della Nouvelle Vague). Più di cento articoli vengono scritti tra il 1953 e il 1958 e, come se non bastasse, compie una lunga serie di interviste al maestro del brivido, Alfred Hitchcock, che danno origine a un libro a lui dedicato.
Accanto a tutti i numeri dei Cahiers su cui ha scritto l'esposizione offre la possibilità di vedere documenti e lettere personali scritte da Truffaut, fogli su cui prende appunti per future sceneggiature o note a margine di copioni che servono a migliorare la resa interpretativa dei suoi attori.
Una parte molto interessante è invece la sezione dedicata al rapporto del regista con gli attori con cui lavora, uno in particolare, il suo attore feticcio per eccellenza: Jean-Pierre Léaud.
Truffaut lo ingaggia appena bambino per recitare la parte protagonista del suo film forse più celebre: I 400 colpi. Léaud cresce fisicamente e attorialmente con François; quest'ultimo crea una vera e propria narrazione filmica attraverso gli anni per mostrare l'evoluzione e la crescita del personaggio interpretato da Jean-Pierre, Antoine Doinel. Diverse infatti sono le pellicole interpretate da Léaud nel corso degli anni, tutte o quasi mostrate all'interno delle sale espositive attraverso fotografie di scena, fotogrammi o intere sequenze. A volte si possono osservare anche scatti rubati, i migliori a mio avviso,tra un ciac e l'altro che sorprendono il regista e l'attore nell'atto di confrontarsi su di una battuta, un'espressione o un movimento.
Non va poi assolutamente dimenticato che l'intera mostra pone l'accento sui temi salienti della  sua filmografia, il suo modo di lavorare e la sua visione del mondo attraverso l'occhio meccanico della cinepresa. Su tutto prevale il sentimento sia quello più dolce e sentimentale della serie di Doinel che la passione amorosa e forte delle altre opere. Infine un accenno va fatto anche ad una pellicola come Effetto notte un film metacinematografico che mostra un film nel film dal punto di vista della realtà.
Non mancano infine le interviste e le reinterpretazioni che giovani registi emergenti danno del maestro francese fautore, tra l'altro, di un'intera generazione di cineasti che hanno contribuito a rafforzare le fila della Nouvelle Vague e farla conoscere in tutto il mondo.
In conclusione è una mostra che merita di essere vista sia che siate amanti di Truffaut sia che vogliate scoprirlo da un nuovo punto di vista, inedito..


Nessun commento:

Posta un commento