martedì 15 marzo 2016

Il caso Spotlight: guardare la realtà da un altro punto di vista

Bonsoir!! Eccoci ritornati ai film nominati per la statuetta più prestigiosa nel mondo del cinema: l'Oscar. Questa volta tocca, non poteva d'altronde non mancare, a quello candidato al titolo di Miglior Film e che poi si è effettivamente portato a casa il riconoscimento. Ecco quindi a voi la recensione dedicata a Il caso Spotlight di Thomas McCarthy.
Nel 2001 un gruppo di giornalisti investigativi del Boston Globe, riuniti sotto il nome "spotlight", guidati dal nuovo direttore Marty Baron inizia ad indagare sul caso di un sacerdote della diocesi di Boston che si presume abbia abusato per trent'anni, e tuttora lo faccia, di numerosi giovani. Il tutto senza che mai sia stato preso alcun tipo di provvedimento; anzi l'arcivescovo Law risulta essere a conoscenza dei fatti e sembra aver fatto di tutto perché la questione venisse insabbiata. Il gruppo di giornalisti, ben consapevole che l'avviare un'indagine del genere comporta accusare pubblicamente la Chiesa Cattolica, decide di dare avvio a una dolorosa ricerca delle prove; ciò significa parlare con i ragazzini abusati ormai diventati adulti che vorrebbero solo dimenticare, richiedere, e lottare per questo, delle informazioni secretate e soprattutto essere pronti alle conseguenze che un'indagine del tipo porterà. 
Il film diretto da McCarthy vuole essere un'opera che sconvolge per aprire gli occhi su una realtà che spesso non è quella che si crede. In questo caso sceglie di riportare fedelmente sullo schermo uno degli eventi più impattanti del 2001; uno dei maggiori scandali che ha colpito la Chiesa Cattolica. La diocesi di Boston infatti ha coperto, nella figura dell'arcivescovo Bernard Francis Law, per ben trent'anni gli abusi perpetrati da uno dei suoi preti a scapito dei ragazzini che frequentavano la chiesa. In seguito si scoprirà che i preti coinvolti in tali crimini erano addirittura più di settanta. Il Boston Globe con il nuovo direttore Marty Baron decide di affidare al gruppo Spotlight, giornalisti investigativi, la delicata indagine per fare luce sui fatti una volta per tutte; già in passato alcuni testimoni avevano chiesto al giornale di indagare sulla vicenda ma tutto era stato accantonato. Ora è il momento di agire. 
Spotlight si mette in moto: primo passo è cercare di parlare con le vittime degli abusi, persone ormai adulte e con famiglia che vorrebbero solo poter dimenticare. Chiedere loro di parlare, anche in forma anonima, significa riaprire una ferita mai sanata, ma purtroppo va fatto per ottenere giustizia. Ci vuole tatto, delicatezza, bisogna porre le giuste domande e tutto ciò non sempre è facile da rendere sullo schermo cinematografico, ma il regista si avvale di un ottimo cast in cui nessuno è davvero protagonista perché protagonista è l'indagine stessa. Ecco quindi che ogni componente trasmette il suo modo di relazionarsi ai fatti dando una versione d'insieme unitaria e rispettosa.
Il lavoro però non si limita solo a questo: scopo del film è mostrare il lento e faticoso processo attraverso il quale il gruppo di giornalisti ha dovuto passare per poter pubblicare l'articolo. Mettersi contro la Chiesa Cattolica non è cosa da poco; qualsiasi tipo di informazione che la concerne è inaccessibile e i passaggi per ottenerla sono molti e spesso non conducono dove si vorrebbe. E' un lavoro da archeologi; bisogna scavare, grattare sotto la superficie per arrivare al cuore della questione.
L'indagine vinse nel 2003 il Premio Pulitzer e servì da trampolino di lancio per un più grande lavoro di "pulizia", questa volta partito direttamente dall'interno, ad opera di Papa Francesco che prese provvedimenti anche di detenzione dentro le mura vaticane dei colpevoli. Una nuova strada è stata aperta, una via verso la consapevolezza che spesso, molto spesso, sotto una superficie in apparenza perfetta si nascondono tante piccole realtà che la incrinano sempre di più. Bisogna allora munirsi di microscopio e osservare attentamente.
                                                                                                                                      4 e mezzo 

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