mercoledì 13 aprile 2016

Whiplash: scontro di talenti

Bonsoir! Questa sera cambiamo completamente tema dagli ultimi film e entriamo in campo musicale per parlare di una pellicola che ha ottenuto un enorme successo nel 2014 contro ogni aspettativa... Ecco quindi a voi Whiplash di Damine Chazelle.
Andrew è un giovane batterista che studia in una delle scuole più prestigiose d'America, lo Shaffer, e che vuole affermarsi diventando primo batterista jazz dell'orchestra del conservatorio. Questa è diretta dal temuto Terence Fletcher, inflessibile insegnante incubo di tutti i suoi allievi. Andrew tenta un provino riuscendo a diventare batterista di riserva; da questo momento inizia un training estenuante fatto di prove continue che causa al ragazzo calli e mani sanguinanti. Ciò però sembra non bastare; nulla è mai abbastanza per Fletcher che non si accontenta mai del risultato ottenuto, nemmeno quando Andrew viene promosso a prima batteria. C'è tuttavia un limite ai continui soprusi e il ragazzo lo scoprirà presto.
Whiplash è probabilmente il miglior film sul jazz del 2014; nasce come cortometraggio, ma il giovane regista Chazelle riesce a trasformarlo in un lungometraggio ampliandone la storia e approfondendone le tematiche. Il risultato è un enorme successo di critica e di pubblico aggiudicandosi addirittura tre Oscar. L'opera coniuga perfettamente due grandi matrici del cinema: il genere dei cosiddetti grandi domani musicali, giovani talenti in divenire, e la vittoria dello spirito su tutto il resto (il tema ovvero del "self-made man" americano). Il perfetto equilibrio tra le due parti genera una storia classica ma al contempo molto attuale in cui qualsiasi giovane con un sogno nel cassetto si rispecchia.
Punto centrale della trama è infatti il rapporto conflittuale tra un ragazzo che cerca il proprio posto nel mondo e il suoi insegnante di musica. Quest'ultimo, grande un tempo, ora è docente in uno dei migliori conservatori del Paese e riversa le sue frustrazioni sui propri allievi costringendoli a prove estenuanti e orari improponibili perché siano impeccabili. E lo sono davvero! Il protagonista sa che se vuole diventare qualcuno, essere il migliore, deve stringere i denti e sopportare; con il passare dei giorni le mani si riempiono di piaghe e sanguinano ogni volta che prende in mano le bacchette, ma i suoi sforzi sembrano essere ripagati fino a quando non sbaglia. Sbagliare equivale a essere esclusi dall'orchestra.
Come il maestro crea la sua creatura così la può distruggere ed è esattamente ciò che fa Fletcher; umilia Andrew davanti a tutti e poi lo esclude sostituendolo. L'incontro/scontro che si instaura tra i due non è però una cosa del tutto negativa, anzi funge da processo di miglioramento individuale; il ragazzo capisce che il mondo, e soprattutto il mondo dell'arte, è una giungla e bisogna sfoderare gli artigli e guardarsi le costantemente le spalle. Solo in questo modo si sopravvive.
E' una vera battaglia per superare i propri limiti fisici, le proprie paure e dimostrare chi si è veramente e quanto si vale. Un esempio su tutti è il personaggio di Rocky Balboa, grande icona del riscatto dell'uomo americano contro chi non avrebbe mai scommesso un cent; Andrew ne è l'equivalente contemporaneo come lo è lo stesso regista che, giovanissimo, è riuscito a creare un film su uno strumento poco considerato, la batteria, e su un genere musicale non amato da tutti, il jazz. Impegnarsi, soffrire e sacrificarsi paga e Whiplash ne è l'esempio.
Bisogna credere sempre nei propri sogni, in quello che si fa senza arrendersi mai.
                                                                                                                                      4 e mezzo 

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