martedì 11 marzo 2014

Rapporto uomo-macchina

Il tema di oggi è il rapporto uomo/macchina. Parlando di cinema, si sa, esso è imprescindibile; si crea un'unione unica tra il regista e la macchina da presa, soprattutto agli inizi della storia della settima arte quando ancora non c'erano dei compiti ben precisi. Questo rapporto però viene spesso usato come tema per sviluppare un storia da mostrare sul grande schermo e tanti ne sono stati in passato gli esempi... non occorre che ve ne faccia una lista.
Quello di cui vi voglio parlare oggi però è il più recente: Her di Spike Jonze. Il film racconta la storia di Theodore, impiegato di una ditta che attraverso internet scrive risposte a qualsiasi tipo di lettera, che non riesce a superare la fine del suo matrimonio anche se è passato molto tempo. Ciò fino a quando non vengono introdotti degli O.S., Operative Systems, da parte della sua società. Da questo momento in poi Theodore inizia una vera e propria relazione sentimentale con il suo OS, Samantha, che lo porta a scoprire lati del suo carattere fino ad ora sconosciuti e, cosa più importante, lo portano a superare definitivamente il precedente rapporto con la firma dei documenti di divorzio. 
Tuttavia c'è un limite, come in ogni cosa, e Theodore lo scoprirà, ma ciò non implica che per lui sia un'altra fine. 
Spike Jonze sceglie di concentrare tutta l'attenzione su di Theodore, lasciando gli altri personaggi in sottofondo come a voler completare il quadro. In questo modo anche noi spettatori veniamo coinvolti a tutti gli effetti nella sua storia; siamo felici quando lui lo è e tristi quando invece soffre e, soprattutto, diventiamo gli spettatori invisibili del suo rapporto con Samantha. 
E' difficile creare una storia in cui uno dei due protagonisti "non c'è" e se ne sente solo la voce (che in questo caso è, e non poteva essere altrimenti, della sensuale Scarlett Johansson) e mostrarne il rapporto che ne nasce. In questo il regista ha trovato un valido collaboratore nella figura di Joaquin Phoenix che ha saputo esprimere sentimenti importanti come l'amore solo parlando con un telefono, senza avere una figura "fisica" a cui dirli. Anche se in fondo il suo personaggio è consapevole che un rapporto di questo tipo non può durare a lungo si butta a capo fitto in esso e ciò gli permetterà di acquisire maggior consapevolezza di sé e di quello che vale anche in previsione del futuro. Infatti quest'ultimo non tarda a presentarsi offrendo nuove possibilità fino ad allora impensabili.
Un rapporto di questo tipo però può suscitare pareri contrastanti, soprattutto all'interno di una società come la nostra dove la tecnologia ha ormai acquisito un ruolo chiave nelle nostre vite; può essere visto o creare degli atteggiamenti morbosi in quanto funge da sostituto a qualcosa che manca o si è perso in un rapporto o, addirittura, può portare all'isolamento dagli altri uomini. Troppo spesso infatti alla tecnologia viene affidato il ruolo di palliativo perché è più facile accendere un qualsiasi apparecchio elettrico e perdersi nei suoi recessi, lasciando fuori tutto il resto. 
Tuttavia questo film ci insegna che c'è sempre di più, che il calore che un essere umano può dare è unico e non potrà mai essere sostituito con nient'altro; basta solo cercarlo e avere la pazienza di aspettare.


Nessun commento:

Posta un commento