mercoledì 16 aprile 2014

Lars von Trier: il talento del bad guy

Carissimi finalmente dopo un mese di inattività (ma ho continuato a guardare film non preoccupatevi) torno a scrivere e questa volta per parlare non di un film, bensì di un regista che da tempo volevo vedere e adesso che l'ho scoperto lo amo: Lars von Trier.
E' vero è un regista particolare: o lo si ama o lo si odia, come del resto con tutti i grandi geni. Lars cresce libero da qualsiasi tipo di autorità se non quella che lui stesso sceglie di darsi, creando regole nuove ogni volta che ne ha voglia (stessa cosa continua a fare tutt'ora anche quando gira un film) e ciò lo porta a sviluppare un concetto di sé particolare, quasi di auto-celebrazione, ben conoscendo le sue potenzialità. Il primo passo in cui questo si mostra è la fondazione del movimento Dogma 95, un movimento cinematografico che ha come scopo quello di "purificare" il cinema da tutti quegli espedienti narrativi, effetti speciali, super investimenti... che caratterizzano la settima arte contemporanea. Di conseguenza niente luci, scenografia o colonna sonora; è ammessa solo la macchina a mano. La cosa però è di per sé irrealizzabile tanto che tutti i registi che hanno aderito negli anni al movimento hanno violato, a seconda, una o più regole, senza togliere che lo stesso Lars le cambia a suo piacimento!
Il vero successo arriva con la regia che fin dai primi titoli L'elemento del crimine e Europa ottiene grandi riconoscimenti, non in patria ma all'estero. L'apice poi si ha nel 2000 con Dancer in the dark che, grazie agli incassi raggiunti gli permette di girare Dogville con Nicole Kidman.
La sua ascesa è inarrestabile e continua anche con Antichrist che, nonostante tutte le critiche (mondiali) raccolte mostra appieno il genio del regista danese. Nel 2011 la sua fama di bad guy gli porta l'espulsione dal Festival di Cannes, dove presenta Melancholia, per dichiarazioni di stampo nazista. Nonostante tutto anche in questo caso il film è un successo. Ultimo lavoro è invece Nynphomaniac, film diviso in due parti e girato in due versioni, una più soft l'altra più hard, in uscita nelle sale in questo periodo.
Lo stile di von Trier è invece riconoscibilissimo: in primis per la suddivisione dei suoi film in capitoli, segnalati ogni volta con precise didascalie che fanno capire l'evoluzione stessa della storia. C'è la figura preponderante della donna: il regista è stato spesso accusato di misoginia per come tratta le attrici protagoniste dei suoi film. Al contrario invece egli ne è totalmente affascinato, lascia ad esse ogni potere, anche quando sembra che siano in netto svantaggio rispetto al loro partner maschile; si potrebbe dire che Lars ha quasi paura di loro. Pensate solo ad Antichrist o Melancholia: in entrambi i casi sono le donne che hanno un vero rapporto con la natura che le circonda, sono loro che la capiscono (la Natura d'altronde è entità femminile) e si pongono in stretto contatto con essa. Sublime esempio sono Charlotte Gainsbourg e Kirsten Dunst. E poi c'è l'atmosfera cupa, di disagio, sempre presente che avvolge come un velo invisibile tutto e tutti e condiziona l'esito del racconto. E' un'atmosfera che deriva dallo stesso modo di  Lars di percepire le cose, l'ambiente, il mondo che lo circonda, quasi un'impossibilità di comprenderlo veramente.
Tutto questo unito insieme crea una potenza espressiva unica che colpisce in pieno petto chi guarda i suoi film anche quando possono apparire verbosi e "troppo lenti"; ma è proprio in questo che risiede la sua forza.
Perciò il consiglio che posso dare a chi si appresta per la prima volta a vedere un suo film o che l'ha già visto ma non gli è piaciuto è di prendersi un pomeriggio libero, rilassarsi e godersi senza pregiudizi la visione di una qualsiasi delle sue opere; vedrete che vi stupirà! Per convincervi vi mostro il trailer del film che tra quelli che ho visto fino ad adesso mi è piaciuto di più!!

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