lunedì 17 febbraio 2014

Monuments Men: l'arte che salva l'arte

Monuments Men è certamente un film a cui va riconosciuto un merito fondamentale: incentivare e stimolare l'amore per l'arte, tutta l'arte. 
Il gruppo dei cosiddetti "Monuments men" viene istituito sotto il governo Roosevelt, durante la Seconda Guerra Mondiale, con il preciso compito di andare in Europa a recuperare e salvare tutte quelle opere d'arte (quadri, sculture..) che Hitler ha fatto rubare per poter costruire il suo personale "Führer Museum". La squadra non è composta da soldati, ma da curatori, storici dell'arte, architetti, restauratori, insomma da coloro che conoscono l'arte e che dedicano la loro vita ad essa. Il recupero di tutte le opere però non è cosa semplice; i nazisti infatti le hanno nascoste nelle miniere in vari punti della Germania e pur di non farle recuperare ai nemici sono addirittura disposti a bruciarle. Stessa sorte è toccata in precedenza a grandi capolavori di artisti contemporanei come Picasso, Klee Mirò perché considerati come "Arte deviata" da Hitler in persona.
E' davvero triste, soprattutto per una persona che come me lavora con le arti, vedere, anche se riprodotto sullo schermo, uomini che bruciano le opere di indiscussi maestri solo perché non adatte a propri canoni estetici o perché preferiscono vederle in cenere piuttosto che nelle mani di qualcun'altro, senza dimenticare che molte di esse sono state sottratte a collezioni private, spesso di famiglie ebree. 
Tuttavia va ricordato, e Clooney non lo tralascia, che non sono stati solo i nazisti a deturpare l'arte; certo loro l'hanno fatto sistematicamente e maggiormente, ma anche gli americani hanno bombardato un edificio come l'abbazia di Montecatini senza riserve pur di far indietreggiare i nemici, perché, si sa, in guerra tutto è lecito e "perdite umane presuppongono anche perdite artistiche". Ciò non toglie che i Monuments Men sono riusciti a recuperare e restituire ai legittimi proprietari circa 5 milioni di opere trafugate, altre sono tuttora nascoste e altre, ahimè, perdute per sempre.
La cosa però che mi stupisce maggiormente dopo aver visto questo film sono stati i commenti di molte persone che si sono rese conto della brutalità del gesto fatto dai nazisti additandolo a cosa che non va assolutamente ripetuta (e che invece è stata ripetuta!) e professando l'amore per l'arte quando, fino a qualche ora prima probabilmente non conoscevano neanche un terzo delle opere mostrate. L'arte va preservata non solo da gesti come questo che sono estremi, ma attraverso l'insegnamento nelle scuole, l'educazione alla sua importanza e la presa coscienza del ruolo che essa gioca in un Paese come il nostro che è culla di tutta l'arte.
Ecco allora dove risiede il valore di questo film, valore appieno compreso sia da Clooney che lo ha scelto come tema sia dal suo cast (attori di primissimo livello): stimolare la conoscenza del mondo artistico perché possa essere tramandato alle generazioni future. 
Per questa volta scelgo di non addentrarmi sulla qualità stilistica e narrativa dell'opera perché ritengo, come critico, che lo scopo posto dal regista sia superi per importanza il resto.

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