lunedì 16 giugno 2014

Il fascino del fuorilegge

Bon jour mie cari! Oggi è la giornata ideale per trasferirci negli States, in particolare nel Far West, e parlare un po' del suo genere d'eccellenza: il western. Tranquilli però niente cronologia e date! ho scelto un film che, tra l'altro, è anche un western atipico, più "moderno" se vogliamo e sensibile. Ecco quindi a voi L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford diretto da Andrew Dominik.
La storia si svolge nella seconda metà dell'Ottocento e ha come protagonisti la famigerata banda composta dai fratelli James che non si fa problemi a svaligiare banche, treni, diligenze e quant'altro per tutto lo stato del Missouri. Il vero leader del gruppo è Jesse, uomo dalla personalità complessa; marito e padre amorevole (per i canoni del tempo), spietato e freddo assassino, fine pensatore. Jesse viene idolatrato da tutti, le sue gesta, anche se edulcorate, vengono raccontate in periodici letti voracemente dal giovane Robert Ford che sogna di entrare a far parte del gruppo di banditi diventando addirittura la spalla del temuto fuorilegge. Il ragazzo riesce davvero a diventare compagno e amico di Jesse, scoprendo però a sue spese la volubilità del carattere del suo idolo, pronto a sacrificare i componenti della banda qualora se ne sentisse minacciato. Robert è consapevole, con il passare del tempo, che Jesse non si fida di lui e ciò inizia lentamente a logorarlo psicologicamente rendendolo sempre più tormentato e inquieto fino a portarlo a schierarsi contro il suo mito decidendo di collaborare con la legge. Le conseguenze sono tragiche e avranno dei risvolti che neanche lui poteva prevedere...
Parlando di western atipico poco fa mi riferivo alla struttura e ai contenuti che generalmente caratterizzano il genere; lotta del bene contro il male (parlando proprio genericamente), sparatorie a non finire in sperdute località del più lontano West, l'amore della donna, generalmente costretta a prostituirsi nei saloon per vivere, come premio finale ecc.. In questo caso niente di tutto ciò avviene. Il regista decide di mostrarci la psicologia e le emozioni che caratterizzano uno dei più ricercati e temuti fourilegge; dietro un'apparente facciata di calcolata freddezza si nasconde un animo tormentato e un corpo che pian piano si sta consumando. Jesse è sì un bandito, ma è soprattutto un uomo come tutti gli altri con i suoi dolori e le sue angosce, un uomo che lotta costantemente per mantenere intatto il suo status e al contempo tenere unita la famiglia che si sacrifica per lui spostandosi di città in città appena la necessità lo richiede. 
Anche se l'esito sarà tragico lo sarà per scelta sua e non per volere di altri; quello di Jesse è una sorta di sacrificio che, probabilmente da uomo lungimirante aveva già previsto, lo porterà ad essere idolatrato ancora di più dopo, trasformando il suo traditore in un vile odiato da tutti.  
Per rendere ancora meglio gli stati d'animo melanconici e l'indebolimento del corpo del protagonista, in particolar modo la vista, Dominik sceglie l'uso di particolari focali che creano così effetti visivi distorti, rendendo anche gli spettatori partecipi della sua visione delle cose. Accanto a ciò c'è inoltre una selezionatissima scelta della fotografia; paesaggi colti in particolari momenti della giornata, quelli più affini a Jesse, il suo scorrere delle dita tra le spighe di grano come a voler ricordare che nulla è immutabile, sottolineano la profonda conoscenza che ha di sé, i suoi limiti e il tempo che ha ancora a disposizione. 
Concluderei con il solito giudizio in mini me ma, siccome mi è stato detto che non lo esprimo abbastanza chiaramente, da questo momento cercherò di farlo... Ogni critico che si rispetti ha sempre con sé un'accetta tascabile (nel mio caso da borsa!) pronta a calare la sua lama sul film che le capita a tiro in quel momento e oggi è la volta di questo. La pellicola non è male, per tutto il discorso fatto sopra, ma è troppo lunga e a volte anche lenta; io personalmente avrei tagliato 45 min buoni e velocizzato alcune azioni in punti salienti. Detto ciò il mio voto è di   
                                                                                                                                                   3                                                                                                            

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