martedì 6 maggio 2014

Il soffio di Miyazaki

Finalmente, dopo quasi un anno dalla sua uscita, sono riuscita a vedere, seppur in giapponese sottotitolato (con molte lacune), Si alza il vento di uno dei miei registi preferiti e a cui sono più legata: Hayao Miyazaki.
Presentato alla 70° Mostra Internazionale di Venezia è anche, purtroppo, l'ultimo lavoro di uno dei più grandi registi giapponesi di animazione, capace di mettere in crisi società solide come la Disney.
Il film, tratto da un manga dello stesso regista, racconta la storia di Jiro che fin da bambino sogna di costruire aerei e si ispira, arrivando persino a dialogare con lui nei suoi sogni, a Giovanni Battista Caproni, pioniere italiano dell'ingegneria aeronautica. Il suo viaggio segue il percorso, o meglio viene guidato, dal vento, imprescindibile per il volo e principale elemento con cui deve relazionarsi durante la costruzione dei suoi aerei. Il vento porta però anche all'incontro di Jiro con Naoko, ragazza malata di tubercolosi destinata a una fine prematura. Nonostante tutto l'amore sboccia ravvivato proprio da quello stesso vento che porta Jiro a diventare il migliore costruttore di aerei del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale.
Miyazaki con questo film rende un ultimo, enorme omaggio alla sua passione più grande dopo la settima arte: il volo. Non va infatti dimenticato che è cresciuto in una famiglia che aveva una fabbrica di pezzi per aerei proprio durante il secondo conflitto mondiale e quindi è da sempre affascinato da questi enormi "bestioni" del cielo. Da non dimenticare poi, già presente in Porco rosso, il grande elogio all'aeronautica italiana e ai suoi precursori; in questo caso il protagonista è da sempre affascinato dalla figura di Caproni e dalla sua inventiva in fatto di mezzi non impiegati in guerra ma per il trasporto di persone. Nei suoi sogni si ritrova sempre in sua compagnia sulle ali di qualche nuovo velivolo pronto per essere progettato.
Il volo poi rientra nell'altro grande macro-tema caro al regista: la natura. Basti pensare solo all'incipit del film tratto da una frese di Paul Valery:
"Le vent se lève. Il faut tenter de vivre."
E' il vento che guida sempre il protagonista nel suo percorso di crescita, è il vento che lo porta all'incontro con Naoko, è il vento che lo porta ad essere il più grande ingegnere aeronautico del suo paese. Il vento quindi è un elemento che cresce e si sviluppa in simbiosi con l'essere umano, che viene rispettato da quest'ultimo, quasi venerato (in oriente, va tenuto presente, forte è la cultura shintoista in cui vige il rispetto per tutto ciò che concerne la natura); è l'equivalente del Totoro in Il mio vicino Totoro o del Dio-Cervo in Principessa Mononoke e così via. 
Sarà infine il vento a portare l'ultimo saluto di Naoko a Jiro con il desiderio di continuare a vivere per entrambi.
Miyazaki ci regala quest'ultimo gioiello di eleganza e leggerezza concludendo una lunga carriera ricca di successi che solo adesso, a distanza di anni, vengono scoperti dal mondo occidentale.

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