domenica 4 maggio 2014

Terrence Malick e il cinema intimistico

E' ora di cambiare argomento e passare da Almodovar ad un altro grande regista che ho scoperto da poco: Terrence Malick.
Malick è una personalità in totale contrapposizione con gli stilemi tipicamente hollywoodiani perché si isola volontariamente da tutto quello che concerne lo star system: non rilascia interviste, non ama farsi fotografare e non partecipa a serate-evento o conferenze stampa. Nonostante tutti questi "difetti" molti grandi attori si sono offerti di recitare, addirittura gratuitamente, nei suoi film, riconoscendone così il valore implicito di questo uomo. 
Anche il suo stile, non potrebbe essere altrimenti, è molto particolare, intenso, caratterizzato da personaggi generalmente soli anche quando contornati da molti altri e disperati perché non in armonia con ciò che li circonda. Da non sottovalutare inoltre è l'elemento natura, sempre presente e in diretto contatto con i personaggi; si può quasi dire che è lei la vera protagonista ogni volta. Anche la natura però ha in sé tutti gli elementi tipici di Malick: è solitaria, raccoglie la disperazione che aleggia sugli esseri umani e si fa carico di ogni pena e dolore. 
Tra i film che ho visto ho scelto, e che secondo me racchiude appieno la poetica del regista,  La sottile linea rossa. Film di guerra ma non sulla guerra ha un cast maschile incredibile (Penn, Nolte, Caviezel, Brody, Cusack e molti altri) e narra la storia dell'assalto nel 1942 all'isola di Guadalcanal, rocca di un campo di aviazione giapponese. Già di per sé l'impresa appare suicida a causa del forte vantaggio nipponico perché detentore della cima più alta della stessa isola; ne consegue che ogni possibile tentativo di avvicinamento finisce in un massacro. Ma pur di mostrare la superiorità americana si è disposti a tutto, anche a sacrificare giovani vite inutilmente.
Questo è quello su cui si concentra il registra: mostrare la disperazione negli occhi, nei gesti e nei corpi straziati di un gruppo di militari che, pur capendo l'assurdità degli ordini ricevuti, non si tirano indietro davanti al loro dovere. E' qui, tra bombe e colpi di mitragliatrice, che emerge il vero spirito umano: uno spirito labile, facilmente corruttibile ma anche disposto al sacrificio come nel caso del soldato Witt che prima diserta l'esercito e poi si immola per salvare i suoi compagni. O come il capitano Staros che si oppone agli ordini omicidi del colonnello Tall e viene quindi sollevato dal suo incarico.
A fare da sfondo c'è la natura: incontaminata e selvaggia fino all'arrivo dell'uomo che la trasforma in un arido cimitero. In alcune sequenze il vento che muove l'erba sembra quasi voler guidare i protagonisti verso il loro destino, accompagnarli nel loro viaggio nel bene e nel male. 
Simbolico e indicativo, capace di contenere tutto lo stile di Malick è invece uno scambio di battute tra Witt (il primo a parlare) e il sergente Welsh:
"Lei non si sente mai solo?
Solo in mezzo alla gente"
Tale tema si nota infatti anche in altri suoi film come I giorni del cielo, The tree of Life e anche in The New World.
Cinema molto intimistico rispecchia il desiderio di tranquillità e solitudine del suo creatore; Malick non va sottovalutato o sminuito per questo, ma al contrario apprezzato ancora di più.

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